DALLE STILETTO DI MARYLIN MONROE ALLO STREET STYLE DI TOKYO

Il mondo della moda a portata di mano in una nuova collezione virtuale di Google in collaborazione con il Museo del Tessuto di Prato e istituzioni culturali di tutto il mondo

Giovedì 3000 anni di storia della moda e del costume riuniti nella più grande sfilata di stili diversi debuttano online oggi nel nuovo progetto di Google “We wear culture ” disponibile sulla piattaforma Google Arts & Culture.

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L’iniziativa è frutto di una collaborazione con il Museo del Tessuto di Prato e oltre 180 istituzioni culturali di fama mondiale di ogni parte del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Tokyo, da San Paolo a Firenze. Utilizzando tecnologie all’avanguardia, il progetto consente di esplorare stili e look di epoche diverse, a partire dall’antica Via della seta, passando per le mode sofisticate di Versailles, fino al punk britannico o alle storie che sono alla base degli abiti che indossiamo oggi. Pezzi iconici che hanno cambiato il modo di vestire di intere generazioni, come i tacchi alti di Marilyn Monroe o l’abito nero di Chanel, vengono riportati in vita grazie ad alla tecnologia VR (realtà virtuale).

Una selezione di tessuti dalle collezioni antiche del Museo del Tessuto di Prato è ora disponibile online come parte dell’esposizione internazionale che si apre oggi.

Le diverse mostre digitali presentano icone, movimenti, pionieri e trendsetter fra cui Alexander McQueen, Marilyn Monroe, Cristóbal Balenciaga, Coco Chanel, Audrey Hepburn, Christian Dior, Helmut Newton, Irving Penn, Yves Saint Laurent, Manolo Blahnik, Gianni Versace , Oscar de la Renta, Pierre Balmain, Vivienne Westwood, Miyake Issey e tanti altri.

Esperti di moda, curatori e stilisti nonché università, musei e ONG da ogni parte del mondo hanno collaborato al progetto per dimostrare che la moda fa parte della nostra cultura, costituisce una forma d’arte ed è il frutto di una vera e propria artigianalità. Le tecnologie all’avanguardia di Google, inclusi la realtà virtuale, i video a 360°, i tour con Street View e le immagini “gigapixel” ad altissima risoluzione, sono state usate per preservare le collezioni e renderle disponibili a tutti.

Il progetto lancia inoltre il nuovissimo Street View del Museo, offrendo anche la disponibilità di visualizzare una parte delle collezioni di tessuti antichi grazie alla digitalizzazione con immagini ad alta risoluzione accompagnate da dati tecnici.

Le storie di quattro pezzi iconici che hanno cambiato la storia della moda vengono portate in vita attraverso video in VR disponibili su YouTube o con un visore per la realtà virtuale.

L’abito nero di Chanel da Parigi, in Francia (1925), che ha cambiato radicalmente il codice di abbigliamento dell’indumento nero, rendendolo un pezzo esclusivo nell’armadio di ogni donna.

Gli stiletto di Marilyn Monroe di Ferragamo da Firenze, in Italia (1950-60), i tacchi a spillo rosso scarlatto che sono divenuti espressione di legittimazione, successo e sensualità per le donne.

Maglia e gonna che si ispirano al kimono di Comme des Garçons da Kyoto, in Giappone (1983), che mostra come Rei Kawakubo abbia portato l’estetica e l’artigianato dei kimono giapponesi tradizionali e contemporanei sul palcoscenico mondiale attraverso modelli radicali.

Il corsetto di Vivienne Westwood da Londra, nel Regno Unito (1990), che celebra l’interpretazione unica della stilista di uno degli abiti più controversi della storia, facendo incontrare il mondo dell’arte e quello della moda.

Amit Sood, direttore di Google Arts & Culture, ha dichiarato: “Invitiamo tutti a scoprire le storie che sono alla base degli abiti che oggi indossiamo abitualmente con il progetto We Wear Culture su Google Arts & Culture. Potreste rimanere sorpresi nello scoprire che i jeans o l’abito nero nel vostro guardaroba hanno cento anni di storia. Quello che indossiamo è autentica cultura e, molto spesso, un’opera d’arte.”

L’esposizone We wear Culture è aperta a tutti e disponibile online su g.co/wewearculture e attraverso l’app Google Arts & Culture su iOS e Android.

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