Hall of Fame: incontro con Bernard Hinault 

Milano – Oggi al Teatro Gerolamo per la Hall of Fame si sono riuniti i grandi campioni del ciclismo: Gianni Motta, Francesco Moser, Gilberto Simoni, Felice Gimondi, Beppe Saronni, Ivano Contini, Vittorio Adorni, Aldo Moser e Bernard Hinault a cui la Hall of Fame è stata dedicata.


Nella splendida cornice del teatro – che ha da poco riaperto nel centro di Milano e che risale al 1968 – il giornalista della Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi ha intervistato il campione francese che lo definisce il più forte di tutti. 

Bernard Hinault partecipa alla sua prima gara in bicicletta convinto di poterla vincere e nonostante non sapesse stare in gruppo la vince. 


La prima volta che la Francia si innamora di lui risale al Giro del Delfinato nel 1977: Hinault finisce in un burrone ma ritorna sulla bicicletta, vince la tappa e il giro del Delfinato. 

Il grande avversario è stato Miro Panizza, la cui moglie era presente all’incontro. Hinault ricorda tra i campioni Eddy Merckx e Joop Zoetemelk. 

Sua è la strategia del tasso: durante il Giro d’Italia manda il gregario in cima allo Stelvio lo raggiunge nella discesa e da lì Hinault sapeva di poter farcela, prosegue e vince la tappa. 

Hinault spiega come l’Italia sia la sua seconda casa e che i tifosi l’hanno sempre rispettato. 

Il futuro del ciclismo secondo Hinault passa attraverso il cambiamento delle regole e deve passare attraverso la UCI. ‘Sarebbero necessarie delle promozioni e delle retrocessioni come nel calcio anche nel ciclismo e non che a 18 squadre sia sempre concesso di partecipare a tutto’, spiega Hinault. 

Durante l’incontro è stato letto un aneddoto dall’attore Francesco Scarpace. 

Il direttore del Giro d’Italia Mario Vegni e il presidente hanno premiato Bernard Hinault 

‘Crocedomini credevo fosse una salita più dura, così diceva Hinault e questo mostra il suo temperamento forte da bretone’, spiega Felice Gimondi. Grande ammirazione per Hinault anche da parte di Gianni Motta che ha spiegato la tenacia del campione di riprendere a gareggiare quando si era fratturato zigomi e naso. ‘Durante il Giro nel 1985 sapevo che era un osso duro da battere e io in salita a Selva avevo perso un po’ troppo, non ha vinto con un grande distacco ma era un distacco incolmabile’, spiega Francesco Moser. Mentre Beppe Saronni spiega come lui cambiasse tattica quando a gareggiare vi era Hinault. ‘Con Hinault io cambiavo tattica, puntavo a vincere le tappe e non le classifiche generali che era imbattibile’, dice Beppe Saronni. 

Bernard ha sempre portato rispetto per i suoi compagni di squadra come anche per i suoi avversari. 

‘Hinault è sicuramente un uomo che mi ha stimolato ad andare forte’, spiega invece Gilberto Simoni.

Infine è stato consegnato il trofeo senza fine del Giro d’Italia a Bernard Hinault. 

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